“Il Molinello 2004” - Pino Cacucci

Copertina di "Oltretorrente"

Pino Cacucci

Vive tra Bologna e l'America Latina. Ha pubblicato Outland Rock (Transeuropa 1988), Puerto Escondido (Interno Giallo 1990, poi Mondadori) da cui Gabriele Salvatores ha tratto il film omonimo, la biografia di Tina Modotti Tina (Interno Giallo 1991), San Isidro Futból (Granata Press 1991, Feltrinelli 1996) da cui Alessandro Cappelletti ha tratto il film Viva San Isidro con Diego Abatantuono, Forfora (Granata Press 1993) poi arricchito in Forfora e altre sventure (Feltrinelli 1997), In ogni caso nessun rimorso, (Longanesi 1994, Feltrinelli 2001), La polvere del Messico (Mondadori 1992, Feltrinelli 1996), Camminando. Incontri di un viandante (Feltrinelli 1996), Demasiado corazón (Feltrinelli 1999, Premio Giorgio Scerbanenco-Noir in Festival Courmayeur 1999), Punti di fuga (Feltrinelli 2000), Ribelli! (Feltrinelli 2001), Gracias Mexico (Feltrinelli 2001) e Mastruzzi indaga (Feltrinelli 2002). Per Feltrinelli inoltre ha curato Latinoamericana di Ernesto Che Guevara e Alberto Granado (1993) e Io, Marcos: Il nuovo Zapata racconta (1995)

Oltretorrente

"Per la prima volta, il Fascismo si trova ad affrontare un nemico agguerrito e organizzato, armato e ben equipaggiato, nonché deciso a resistere ad oltranza."

Così scrive Italo Balbo. È il 4 agosto del 1922. Il popolo di Parma, la gente di Oltretorrente, si è preparata a resistere. Alla testa degli Arditi del Popolo c'è Guido Picelli, memorabile figura di militante e di melomane. Picelli e Balbo, il mito socialista e il camerata fascista, rivivono nei ricordi di un vecchio Ardito il giorno dei funerali di Mario Lupo nel 1972 quando, mezzo secolo dopo, lo scontro fra sinistra extraparlamentare e neofascisti riconduce quasi naturalmente agli avvenimenti di cinquant'anni prima. E così, ecco affiorare, fra leggenda e mito, l'"instancabile Picelli", eletto deputato socialista dai borghi dell'Oltretorrente per farlo uscire dalla galera, loggionista appassionato, impeccabile nel vestire. Lui sa bene che i raid fascisti, se hanno piegato la Romagna, potranno trovare invece una salda resistenza nella sua Parma. Italo Balbo, capo istintivo, trascinatore di masse (e perciò sempre più sospetto agli occhi di Benito Mussolini) succede a Roberto Farinacci nella conduzione delle operazioni, coinvolge l'esercito e vuole una battaglia definitiva. Picelli e Balbo emergono via via in tutto il loro spessore psicologico mentre la scena si apre sulle barricate, sul concorso attivo della popolazione, sulle donne che prendono parte alla lotta, su un popolo capace di essere popolo. Pino Cacucci fa sentire dietro gli episodi di eroismo, dietro le parole d'ordine e i gesti che accompagnano la forza delle idee, il valore del prendere partito, del non restare indifferenti al ricatto del potere e ai facili alibi della pace sociale.

"Ho sempre conservato nella memoria l'insurrezione di Parma dell'agosto 1922 con il fascino un po' romantico di un'epopea barricadiera. Mi sono appassionato a quelle vicende attratto, come mio solito, dagli esseri umani che le avevano vissute, dagli uomini e dalle donne che in quei giorni memorabili non esitarono a riversarsi per le strade dell'Oltretorrente innalzando barricate e combattendo fino a respingere i diecimila squadristi in armi capitanati prima da Roberto Farinacci e poi da Italo Balbo. E mentre dipanavo uno dopo l'altro i fili della memoria storica prendevano vita personaggi dimenticati (Guido Picelli, Antonio Cieri), esistenze brevi quanto straordinariamente dense di passioni, inconsapevolmente fedeli alle parole del poeta Esenin: 'Con l'ardore si brucia la vita in fretta, ma è per splendere più intensamente'."

opera:
Oltretorrente
autore:
Pino Cacucci
editore:
Feltrinelli