“Il Molinello 2004” - Vincenzo Cerami

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Vincenzo Cerami

Nato a Roma nel 1940, ha come insegnante di lettere nella scuola media di Ciampino Pier Paolo Pasolini, che lo introduce all'amore per la letteratura e la poesia.

Nel 1966 è aiuto regista dello stesso Pasolini per "Uccellacci e uccellini"; è del '76 il suo primo romanzo "Un borghese piccolo piccolo", segnato da una positiva accoglienza della critica e portato l'anno dopo sullo schermo da Mario Monicelli.

Ha così inizio una carriera ricchissima e poliedrica, della vastità della quale è difficile dar conto; limitandosi al cinema, egli è autore di soggetto e sceneggiatura per "Casotto" (1977) di Sergio Citti, col quale firma pure "Il minestrone" (1981) e " Mortacci" (1988).

Delle sue moltissime collaborazioni alla scrittura, ricordiamo quella con Gianni Amelio per "Colpire al cuore" (1982), "I ragazzi di via Panisperna" (1989) e "Porte aperte" (1990); con Marco Bellocchio per "Salto nel vuoto" (1980) e "Gli occhi, la bocca" (1982); con Giuseppe Bertolucci per "Segreti, segreti" (1984), con Francesca Comencini per "Pianoforte" (1985), con Ettore Scola per "Il viaggio di Capitan Fracassa" (1990), con Antonio Albanese per "Uomo d'acqua dolce" (1997) e "La fame e la sete" (1999).

Di grande successo, inoltre, i suoi script ideati assieme a Benigni: "Il piccolo diavolo" (1988), "Johnny Stecchino" (1991), "Il mostro" (1994), "La vita è bella" (1997), "Pinocchio" sono ogni volta campioni d'incasso nelle rispettive stagioni d'uscita.

Se si accostano a Vincenzo Cerami i nomi dei registi con cui ha lavorato, si rischia di scrivere una piccola storia del cinema italiano contemporaneo.

Dopo aver mietuto successi nel cinema e nel teatro, da quel geniale e versatile narratore che è, Cerami torna nel 2001 alla narrativa con il romanzo "Fantasmi" (Einaudi), scaturito da una elaborazione durata otto anni che presenta non pochi tratti di novità ed interesse.

In primo luogo, l'autore abbandona qui la struttura tradizionale, ottocentesca (ancora rinvenibile nel suo esordio del '76, "Un borghese piccolo piccolo") in favore d'una forma sincopata, sinusoidale, interrotta da flashback e flashforward, tesa a fotografare la contraddittoria inafferrabilità del presente.