precedenti opere:
"Estate a Mezzatorre"
"Che male c'è se ti amo"
"La condanna"
"La festa dei fichi"
"Pensando il tempo"
...il barone profumava di borotalco ... fu anche, a quel
che si dice, un bell'uomo, bruno, labbra carnose, capelli
alla Mascagna. Fu amante del bel vestire, elegante, e
amò frequentare i caffè alla moda alla Galleria
Umberto, il teatro d'opera e l'operetta, facendo appena
in tempo a conoscere il San Carlino, perché era
cominciato il risanamento.
Scritto con scioltezza e suadente ironia, "Il barone
borotalco" affascina e seduce con quadri variopinti di
vita vissuta, con "quel fuoco bizzarro" della femminilità
di Margherita, moglie sensuale e dolce, dai biondi
capelli e dalle vestaglie leggere.
Tenera madre e donna considerata "virtuosa",
accendeva d'amore il barone Bartolomeo Maria
Camerario, che lei chiamava teneramente Cecé. E lui si
squagliava per lei, mentre sinuosa si muoveva tra le
pareti di casa. Il barone faceva uso di borotalco per
asciugare il sudore e amava la cioccolata e il vino. I
piaceri della vita. Amava l'eleganza, i caffè alla moda
alla Galleria Umberto e il teatro d'opera. Amava la sua
Marghy, ma di più la femmina che era in lei. Amava
l'amore.
Ma la tempesta a volte si può abbattere sulla nave della
vita, trascinandola contro gli scogli, in pieno oceano…
Gennaro Maria Guaccio dimostra una grande attitudine
a narrare storie. I suoi personaggi non sono mai banali,
mai scontati, ma hanno sempre qualcosa di buono da
dire e da fare e stuzzicano la fantasia, come
l'avvocatuccio Mistrillò, Cecé, la Baronessa, Alfredo. E
poi c' è la Pensione Bella Napoli di donna Filomena.
Pagine insomma indimenticabili, di cui consiglio
vivamente la lettura.