Attraverso la forma dell’epistolario, l’autrice dà vita ad
un romanzo struggente. Irene scrive a Flavio, il marito,
il compagno, l’essere amato che non c’è più perché la
morte con la sua falce l’ha strappato alla vita, come si fa
con l’erba sui prati. Ma di lui, di una lunga esistenza
insieme sono rimasti i ricordi, le emozioni, le sensazioni. Tutto è rimasto di ciò che può unire due esseri che
di fronte all’altare si sono giurati eterno amore nel bene
e nel male, nella buona e nella cattiva sorte.
Sono rimasti la tenerezza, che è profonda in Irene, sono
rimasti ancor più vivi i sentimenti, la solitudine, l’inquietudine, la speranza e la consapevolezza di ritrovarsi ancora attraverso le parole, le confessioni e il di dialogo stretto di queste profonde lettere d’amore. Scrive
l’autrice: “Stasera, Flavio, la malinconia mi assale. Non
riesco a fare nulla, neppure a scrivere.” E poi ancora:
“Ricordi, cosa mi dicevi da fidanzato? Sarò per te
amico, marito, amante.” Parole che scaturiscono da un
cuore innamorato, da un cuore sincero e appassionato.
Nessun uomo che non ami all’inverosimile una donna
può pronunciarle. Irene continua a scrivere dolcemente, sinceramente, appassionatamente, scavando nel proprio animo, facendo luce si aspetti della loro vita insieme e l’amore torna più forte che mai e continua a vivere attraverso la parola scritta e sempre attraverso la
parola scritta il legame diviene ancor più indissolubile,
aprendo nuovi orizzonti sconfinati di sentimenti e confessioni. In questo senso la scrittura diviene catartica,
liberatoria, guarigione dal dolore della perdita perché dà
continuità e speranza. Vivere è anche ricordare e scrivere è vita. “L’immagine di me, che lentamente viene
fuori, mi stupisce. E’ quella di una sconosciuta, della cui
esistenza non avevo alcun sospetto” dichiara L’autrice.
E’ straordinario il potere della parola e lo scavare a
fondo nei propri sentimenti. La nostra mente ha potenzialità inimmaginabili, lo dimostra Irene in queste stupende lettere a Flavio, in questo dialogo sincero e sommesso, in queste verità svelate in un vortice di emozioni che coinvolgono il lettore fino alla commozione. Un
libro bellissimo e intenso che non si può dimenticare,
fatto di pagine meravigliose a testimonianza del grande
e intramontabile valore umano e della fondamentale
importanza della letteratura.
Nicla Morletti
è nata a Pescara dove risiede. Ha insegnato Italiano e
Storia presso le scuole statali ed in seguito in una
scuola privata.
Coltiva la passione della scrittura da sempre, ma solo
da alcuni anni ha cominciato a partecipare ai concorsi letterali. Il suo nome figura nelle Antologie di
diversi Premi, nel libro Poeti e scrittori contemporanei allo specchio delle edizioni Helicon, nella
Letteratura Italiana - Poesia e narrativa dal Secondo
Novecento ad oggi (critica e testi) della Bastogi. Per
la stessa casa editrice ha pubblicato nel 2006 il libro
Inquietudine ed altri racconti. Nel 2008 sempre con
Bastogi pubblica la raccolta di racconti Il mio mondo
e altri racconti. Nel 2013, con lo pseudonimo di
“Irene” ha pubblicato il libro Lettere a Flavio con
Ianieri Editore.