“Il Molinello 2005” - Motivazioni

Copertina di "Nero è l'albero dei ricordi, azzurra l'aria"

"Nero è l'albero dei ricordi, azzurra l'aria" Rosetta Loy - Einaudi
Primo Premio Concorso Letterario "Il Molinello" 2005

Motivazione

Il motore del romanzo di Rosetta Loy "Nero è l'albero dei ricordi, azzurra l'aria", è la memoria, grazie alla quale vengono evocati fatti realmente accaduti che si compenetrano, fino a fondersi talvolta, con il lento, graduale, inesorabile sfaldarsi di una famiglia monolitica e coesa, poi "collassata" dal crollo economico e morale.
La storia fa da sfondo, proprio come nei romanzi di Walter Scott, ma essa non costituisce un "semplice pretesto narrativo" così come non è "una cornice" che tiene insieme le varie vicende narrate! Perché?
Perché la storia stessa è protagonista, nel romanzo, e va ad intersecarsi con l'esperienza di vita di personaggi quali Marcello, Ludovico e forse anche Giulia, la ribelle, la volubile Giulia che, in una sorta di palingenesi morale, scopre la sacralità dell'amore, la sacralità della famiglia, la sacralità della fedeltà coniugale.
Meritano di essere segnalate le capacità descrittive, le capacità di rappresentazione. Quando descrive, quando rappresenta la realtà, l'autrice non è mai sommaria, anzi sembra che prenda per mano il lettore e lo guidi volentieri attraverso il labirinto degli episodi che risultano sapientemente intrecciati. Tale tecnica narrativa (tecnica dell'intreccio) genera tensione nel lettore, crea una particolare atmosfera di attesa e di sospensione.
Particolare è anche la caratterizzazione psicologica dei personaggi, non immediata, però, ma graduale: procede e si delinea pian piano, di pari passo con la "tessitura" delle vicende narrate.
Speculari sono i coprotagonisti Marcello e Ludovico: Marcello, il precettore, il tenente di complemento, è il simbolo dell'equilibrio, della saggezza, del buon senso; Ludovico è l'estroso, lo "scioperato" che, comunque, riesce (nella parte finale dell'opera) a riscattare se stesso e l'onore della sua stessa famiglia grazie alla riscoperta di quei valori a cui era stato educato e che, pur radicati in lui, avevano subito un momentaneo quanto pericoloso obnubilamento.
Il messaggio che giunge al lettore dal romanzo in esame è di indiscussa valenza sociale, politica, etica. Inoltre c'è in esso una netta condanna della guerra e un'esplicita esaltazione della libertà e della democrazia. "La guerra", scrive l'autrice, ha significato macerie, puzza di incendi, il sibilo cupo, fondo, indimenticabile delle bombe a grappoli". Chiaramente in uno stile asciutto, con un lessico sobrio, misurato, preciso, essenziale e una sintesi "paratattica" che aborrisce le figure siano esse sintattiche che semantiche.

Prof. Giovanbattista Alfano