“Il Molinello 2004” - Francesca Sanvitale

Copertina di "L'ultima casa prima del bosco"

Francesca Sanvitale

Francesca Sanvitale è nata a Milano, ha vissuto a Firenze e a Roma dove risiede da molti anni. Ha scritto i romanzi: Il cuore borghese (Vallecchi 1972, Mondadori 1986), Madre e figlia (Einaudi 1980, Mondadori 1986, Einaudi Tascabili1994), L'uomo del parco (Mondadori 1984 e 1987), Verso Paola (Einaudi 1991), Il figlio dell'Impero (Einaudi 1993 e 1995). La raccolta di racconti Separazioni (Einaudi 1997) e Tre favole dell'ansia e dell' ombra (il melangolo 1994). Ha pubblicato, inoltre, il volume di saggi Mettendo a fuoco, pagine di letteratura e realtà (Gremese 1988), Camera ottica (Einaudi 1999), e la traduzione di Radiguet, Il diavolo in corpo (Einaudi 1989 e 1995). Molti dei suoi romanzi sono stati tradotti in Germania, Francia e Portogallo.

L'ultima casa prima del bosco

Giacomo Impronta è un uomo privo di coscienza e con molte identità: il suo egotismo lo isola dal mondo e dagli affetti ma lo tiene a galla nella corrente dei giorni.

Il caso irrompe sotto le apparenze di un vecchio archivio condominiale, che ripercorre gli anni dal 1920 ai giorni nostri e lo travolge in una curiosità per la prima volta appassionata. Dietro Giacomo Impronta c'è solo una lavagna e nessuna cultura: centinaia di fogli, di lettere, di circolari ministeriali, di relazioni dei lavori, tutto è nuovo. Il passato e il presente si alternano e spesso si collegano in fatalità storiche.

Come in lui anche nei molti personaggi che lo circondano ci sono lacerazioni e drammi non detti. In un dittico, le due parti del romanzo si fronteggiano e si aprono su orizzonti contrastanti; la città e di contro la montagna e la natura dove affioreranno molti segreti, le cause dei dolori nascosti. C'è qualche cosa di prezioso, in questo romanzo di Francesca Sanvitale: la percezione che il passato non è un'entità astratta, ma una somma di minuscoli gesti, una successione di istanti presenti e vivi.

Ricostruire le voci della Storia e le radici delle storie personali significa fare un lavoro paziente, accostando minuscoli frammenti di vita, con una scrittura essenziale che riporta fino a noi persino la fatica perduta. Perché "costruire una strada era come costruire un poema, una musica. Rappresentava uno dei tanti straordinari racconti del lavoro umano, composto di regole e abilità recise, veniva da fogli fantasma, da un'epoca stralciata via".

opera:
L'ultima casa prima del bosco
autore:
Francesca Sanvitale
editore:
Einaudi