“Il Molinello 2003” - Massimo Teodori

Copertina di "Maledetti americani"

Massimo Teodori

È ordinario di Storia americana alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia. Tra i fondatori del Partito radicale, ne è stato deputato e senatore dal 1979 al 1992. La sua attività per le libertà e i diritti civili e contro la corruzione politica svolta nelle commissioni d'inchiesta parlamentari è testimoniata dai libri La banda Sindona (1982) e P2, la controstoria (1986). Tra le sue opere recenti ricordiamo: Costituzione italiana e modello americano (1992), Una nuova Repubblica? (1994), Storia degli Stati Uniti d'America (1996), Il sistema politico americano (1997), L'anticomunismo democratico in Italia. Liberali e socialisti che non tacquero su Stalin e Togliatti (1998), Soldi e partiti. Quanto costa la democrazia in Italia? (1999). Ha scritto per "L'indipendente", "Il Messaggero", "La Voce", "Panorama" e "il Mondo". È opinionista del "Giornale" e di "Prima".

Premi:
Secondo premio al concorso internazionale indetto dalla Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige per opere sul bilinguismo. Titolo dell'opera: Aspetti del Bilinguismo: Forme di Comunicazione in Uso presso gli Italiani dei Paesi Anglofoni (463 pagine, inclusa la parte sperimentale e statistica).

Maledetti americani

Qual è il filo comune che unisce personalità tanto diverse, vissute in epoche così differenti, come il pontefice Leone XIII e Umberto Bossi, il filosofo Julius Evola e il sociologo Giuseppe De Rita, Benito Mussolini e il cardinale Carlo Maria Martini, Tiziano Terzani e Marcello Veneziani, i democristiani Giuseppe Dossetti e Giovanni Gronchi e i comunisti Palmiro Togliatti, Pietro Ingrao ed Enrico Berlinguer, i cattolici pacifisti e i rivoluzionari no-global? L'ostilità verso gli Stati Uniti, che è innanzitutto ostilità per una civiltà divenuta egemone nel mondo. La vera colpa degli americani è semplicemente quella di esistere: sono colpevoli non per ciò che fanno, ma per ciò che sono. Con gli strumenti dello storico e del saggista politico, Massimo Teodori descrive in questo libro la parabola del pregiudizio antiamericano in Italia nel Novecento. Sotto accusa, a suo avviso, sono gli ingredienti che hanno fatto grandi, ricchi e potenti gli Stati Uniti: l'individualismo, il capitalismo, lo sviluppo economico e culturale, il primato tecnologico, il benessere diffuso e il pragmatismo contrario a ogni ideologia radicale. Alla base dell'antiamericanismo che accomuna movimenti di destra e di sinistra, comunisti e fascisti, populisti, cattolici retrogradi e localisti tradizionali è quindi l'estraneità o la diffidenza verso la democrazia liberale nel cui segno si è potuto sviluppare 1'American Way of Life, un modello politico e culturale che è divenuto il paradigma della modernizzazione in Occidente.

Gli Stati Uniti vengono stigmatizzati perché hanno superato la gravissima crisi economica degli anni Trenta, hanno vinto la guerra contro il nazifascismo, hanno affrontato e sconfitto il comunismo durante la Guerra fredda e, infine, hanno ispirato la globalizzazione, senza mai abbandonare il quadro istituzionale liberale e cedere alle lusinghe autoritarie. L'antiamericanismo nasce e cresce con le ideologie radicali e con i fondamentalismi sconfitti dalla storia, che ha decretato il successo della società aperta e dell' economia di mercato. È la malattia psicologica dei perdenti che sono condannati a confrontarsi con la realtà del "secolo americano". Ed è una malattia forse necessaria per bilanciare il successo di un liberalismo che anche negli Stati Uniti, per continuare a essere vitale, deve mettersi sempre in discussione.

opera:
Maledetti americani
autore:
Massimo Teodori
editore:
Mondadori